Facciamo il punto sugli ultimi sviluppi della direttiva europea Case Green e sui possibili effetti sul nostro Paese

ll Parlamento Europeo ha approvato il testo revisionato della direttiva sull’efficienza energetica in edilizia, ossia la famigerata direttiva “Case Green”, vale a dire una serie di norme le quali mirano alla ristrutturazione di vecchi edifici e alla costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica. L’obiettivo dichiarato è di ridurre il consumo energetico e le emissioni provenienti dal settore edilizio in tutto il territorio europeo.

Il testo è stato approvato dal Parlamento Europeo con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astensioni. Importante sottolineare che, però, l’approvazione della direttiva “Case Green” non permette l’entrata in vigore del provvedimento. Difatti il testo sarà oggetto dei negoziati finali tra le istituzioni europee, da questi negoziati verrà prodotto un nuovo documento che dovrà essere nuovamente votato dal Parlamento Europeo.

Il testo approvato della direttiva europea prevede che gli edifici residenziali situati nel territorio europeo dovranno necessariamente raggiungere almeno la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe energetica D entro il 1° gennaio 2033. Per quanto riguarda gli edifici non residenziali e quelli pubblici, il raggiungimento delle sopracitate classi energetiche dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 ed entro il 2030.

Il testo della direttiva prevede alcune eccezioni che possono essere applicate dai Paesi Membri, ad esempio ci sarà la possibilità di escludere dagli interventi gli edifici vincolati dai Beni Culturali, gli edifici dei centri storici e quelli che, proprio a causa dei lavori di efficientamento, potrebbero subire una diminuzione del valore architettonico, oltre a chiese e luoghi di culto.

Lo scopo principale della direttiva europea è quello di agire in via prioritaria sul 15% degli edifici più energivori in ciascuno degli Stati europei, ovvero quelli attualmente collocati nella classe energetica G, quindi quella più bassa. Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, secondo gli ultimi dati Istat gli edifici attualmente in classe G sono circa 12 milioni, pertanto considerando il 15% del totale, si parla di interventi prioritari su circa 1,8 milioni di edifici.

Il testo della direttiva europea prevede anche l’obbligatorietà dei pannelli solari per tutti i nuovi edifici pubblici e per quelli non residenziali di nuova costruzione. Per quanto riguarda gli edifici pubblici e gli edifici non residenziali già esistenti, dovranno essere dotati di pannelli solari entro la fine del 2026. L’obbligo sarà esteso a tutti gli edifici che devono subire importanti ristrutturazioni entro la fine del 2032.

Questa direttiva Case Green sta facendo molto discutere nel nostro Paese, notoriamente vetusto in quanto a patrimonio edilizio esistente. Tanto che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che questo tipo di direttiva è insoddisfacente per l’Italia, poiché, per quanto gli obiettivi di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio siano fondamentali, il contesto italiano è diverso da quello di molti altri Stati membri dell’Unione Europea, pertanto, in termini di fattibilità economica, gli obiettivi temporali posti soprattutto per gli edifici già esistenti, non sono ad oggi raggiungibili e ciò potrebbe creare distorsioni sul mercato.

Vincenzo D’Anzica

Dottore Commercialista e Revisore Contabile

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