Sicurezza Nello Sport Dilettantistico: L’Obbligo DAE e la Verità sull’Attività a Basso Impatto

Uno degli aspetti più complessi nella gestione di un’associazione sportiva riguarda la conformità normativa, in particolare quella relativa alla sicurezza e all’incolumità dei partecipanti. Tra gli obblighi più delicati, e purtroppo spesso oggetto di fraintendimenti, c’è la dotazione del Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE). Questa prescrizione, sebbene fondamentale, ha generato confusione a causa di un’interpretazione troppo ampia del concetto di “attività a basso impatto”.
L’Obbligo Generale e la Ragione del “Decreto Balduzzi”
L’obbligo di dotare le ASD di defibrillatore è stabilito dal Decreto Legge n. 158 del 13 settembre 2012 (il cosiddetto Decreto Balduzzi), con le successive specificazioni fornite dal Decreto Ministero della Salute del 24 aprile 2013. Questi provvedimenti hanno avuto il merito di imporre uno standard di sicurezza più elevato in tutti i luoghi dove si pratica attività fisica organizzata, riconoscendo che anche in contesti non agonistici il rischio di un malore improvviso non è mai nullo.
La norma stabilisce che ogni ASD o SSD che svolge attività sportiva, sia agonistica che non agonistica, deve garantire la presenza del DAE e la disponibilità di personale formato con apposita certificazione BLSD/PBLSD durante lo svolgimento delle attività. La ragione è profondamente radicata nella tutela della vita: in caso di un arresto cardiaco improvviso (ACI), un intervento tempestivo, specialmente con l’uso di un defibrillatore nei primi minuti, aumenta drasticamente le probabilità di sopravvivenza. Per consultare il testo integrale del Decreto Balduzzi, si può fare riferimento alla Gazzetta Ufficiale (D.L. 158/2012).
L’Errore Comune sul “Basso Impatto” e i Recenti Chiarimenti
Il punto che storicamente ha generato la maggiore incertezza interpretativa è legato all’esclusione prevista dalla normativa. Il Decreto stabilisce che l’obbligo di dotazione del DAE non si applica a quelle attività che “non comportano un significativo impegno cardiocircolatorio”.
È del tutto comprensibile e frequente che i dirigenti fraintendano questa formulazione, deducendo che attività intrinsecamente leggere come la Ginnastica Dolce, lo Yoga, o il Pilates fossero automaticamente esonerate. Si è diffusa l’idea che fosse sufficiente valutare il basso grado di sforzo cardiovascolare imposto ai partecipanti per poter evitare l’adempimento.
È qui che è fondamentale correggere l’interpretazione. Come confermato in modo univoco dalla consolidata giurisprudenza sportiva e dai costanti chiarimenti interpretativi degli organi di controllo che si sono susseguiti, compresi i recenti interventi normativi (come la Legge n. 116/2021 e i Decreti attuativi del Ministero della Salute), il concetto di “basso impatto” non è un criterio generale di valutazione libera, bensì il principio ispiratore che ha portato alla stesura di un elenco di esenzione tassativo e ristretto. Tali interventi hanno sempre ribadito la necessità di un’applicazione letterale della norma, definendo chiaramente i perimetri dell’obbligo e delle esclusioni. Nonostante l’attività svolta sembri innocua, l’esonero è possibile solo se si rientra esattamente nelle casistiche previste dal decreto originario (D.M. 24 aprile 2013).
L’elenco delle attività esonerate per legge è il seguente:
- Bocce (escluse bocce in volo)
- Biliardo
- Golf
- Pesca sportiva di superficie
- Caccia sportiva
- Tiro a volo, Tiro con l’arco, Tiro a segno
La Chiarezza sulle Altre Attività: L’Obbligo Ineludibile
Di conseguenza, se la vostra ASD svolge un’attività che non rientra esattamente in una delle voci sopra elencate, l’obbligo di dotazione del defibrillatore obbligatorio ASD basso impatto rimane in vigore senza possibilità di deroga.
Questo è il caso tipico di attività come la Ginnastica Dolce, spesso rivolta alla terza età, o i corsi di Pilates e Ballo Liscio. Pur riconoscendo che l’impegno fisico richiesto è minimo, l’associazione non può applicare l’esonero in modo autonomo. La legge ha stabilito un elenco molto ristretto e, per tutte le altre attività motorie o sportive che non sono espressamente citate, il legislatore ha ritenuto che il rischio, per quanto basso, fosse sufficiente a imporre la misura di sicurezza più efficace. Ignorare questa distinzione, affidandosi a un’interpretazione estensiva della norma, espone l’associazione a seri rischi legali e nega un presidio salvavita essenziale in caso di emergenza.
L’Obbligo Complementare: Formazione BLSD e Manutenzione
Oltre alla semplice disponibilità del DAE, la normativa richiede l’adempimento di due obblighi paralleli e di pari importanza.
Il primo è la formazione del personale. Un DAE è inefficace se non c’è qualcuno in grado di usarlo. L’associazione deve garantire che un numero adeguato di persone presenti durante gli orari di attività sia in possesso della certificazione BLSD/PBLSD (Basic Life Support Defibrillation) in corso di validità. La loro preparazione è cruciale per riconoscere l’emergenza, allertare il 118 e avviare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP), usando poi il dispositivo. È responsabilità dell’associazione garantire che questa formazione sia sempre aggiornata.
Il secondo aspetto è la manutenzione. Il defibrillatore deve essere sempre funzionante e pronto all’uso. Ciò significa monitorare costantemente lo stato delle batterie e, soprattutto, la data di scadenza degli elettrodi (le piastre) che devono essere sostituiti periodicamente. Inoltre, i recenti chiarimenti hanno imposto l’obbligo di registrare il DAE presso il sistema di emergenza 118 territoriale, al fine di renderlo localizzabile in caso di necessità. La corretta tenuta del registro di manutenzione, attestante questi controlli, è un elemento richiesto in sede di controllo da parte delle autorità preposte.
Sanzioni e Responsabilità per l’Inadempienza
È vero che il Decreto Balduzzi non stabilisce sanzioni amministrative dirette e pecuniarie specifiche per il mancato adempimento di questo obbligo. Tuttavia, il rischio legale derivante dall’inadempienza è di gran lunga più grave e complesso, ricadendo nell’ambito della responsabilità civile e penale dell’associazione e dei suoi rappresentanti.
In caso di decesso o lesioni gravi di un associato o di un terzo presente durante le attività, l’assenza del DAE o di personale formato costituisce un’aggravante di notevole peso. Il legale rappresentante dell’associazione (il Presidente) e, a seconda dei casi, i dirigenti e gli istruttori, potrebbero essere chiamati a rispondere di reati gravi come l’Omicidio Colposo (o Lesioni Colpose) per omessa vigilanza, soprattutto se le indagini dimostrano che la tempestiva disponibilità e l’uso del DAE avrebbero ragionevolmente potuto salvare la vita della vittima o mitigarne le conseguenze.
I Vostri Passi per la Piena Conformità
Per garantire la piena conformità legale e, soprattutto, la massima sicurezza nella vostra struttura, vi consiglio di procedere con questi passi essenziali:
- Verifica Ufficiale: Ricontrollate l’elenco di esenzione. Se la vostra attività non è specificatamente menzionata (come ad esempio la Ginnastica Dolce), siete obbligati alla dotazione.
- Acquisto e Collocazione: Acquistate un DAE certificato e installatelo in un’area comune, ben visibile, illuminata e contrassegnata da apposita segnaletica internazionale per facilitare l’accesso in caso di emergenza.
- Formazione e Aggiornamento: Create un piano di formazione BLSD per il personale e assicuratevi di tenere traccia delle scadenze per i corsi di retraining obbligatori.
- Manutenzione Programmatica: Inserite nel vostro calendario la verifica periodica di batterie ed elettrodi del DAE e documentate ogni controllo, adempiendo anche all’obbligo di registrazione presso il 118.
Essere in regola con il DAE è un dovere di legge che tutela l’associazione, ma è prima di tutto un atto di responsabilità e cura nei confronti della vostra comunità sportiva.
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Vincenzo D’Anzica
Dottore Commercialista e Revisore Contabile
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